Online, Domenica 6 Febbraio, 27 Marzo, 8 Maggio 2022
Presentazione del seminario condotto da Luca Mori e Federico Squarcini.
Ai nostri giorni dire yoga equivale a dire il nome di una cosa che c’è, che viene prodotta e consumata, che si trova ‘in offerta’ e per cui c’è ‘domanda’. Spesso, come in un rebus, la parola yoga funge da spunto iniziale per mettere assieme tutta una serie di aspetti che a essa paiono correlati. Ai più, infatti, lo yoga risulta essere soprattutto un ‘mezzo’ per raggiungere i propri ‘fini’, a partire dalla ‘salute’ per arrivare fino alla ‘salvezza’, magari passando per la ‘felicità’.
In breve, è questa la scena di cui partecipa lo yoga dei nostri giorni, scena in cui artigiani, mercanti e acquirenti dello yoga si intersecano senza alcuna soluzione di continuità.
Risulta, però, che prima della fine dell’Ottocento le cose stessero diversamente da così. Sono infatti molte e variegate le testimonianze storiche, iconografiche e letterarie che ci informano del fatto che, per secoli, la parola yoga è stata utilizzata per indicare un ‘metodo di esercizio’ atto a far raggiungere specifici ‘fini’, il cui valore risultava così importante da giustificare la pena dell’esercizio stesso. Stando a una ben nota definizione tradizionale, infatti, il ‘fine’ ultimo dello yoga è il samādhi, il quale è visto come il traguardo più ambito. Di conseguenza, tanto alto e ambito è il ‘fine’, altrettanto lo è il ‘mezzo’. Tant’è vero che, per la gran parte delle opere tradizionali, il rapporto tra yoga e samādhi è non solo inscindibile ma vitale: è l’importanza del ‘fine’ a rendere importante il ‘mezzo’, il quale, perciò, è interamente subordinato al primo. Alla stregua dell’adagio latino mens sana in corpore sano, il ‘fine’ e il ‘mezzo’ sono qui intesi come interdipendenti e reciprocamente vivificanti. In molti testi, infatti, la parola samādhi serve a indicare la condizione in cui si è ottenuto l’affrancamento da un gravoso disagio, alla stregua del ritrovamento della salute da parte di un ammalato, della salvezza per un condannato, della felicità per un addolorato.
Ai nostri giorni, però, non solo è tutt’altro che chiaro cosa significhi samādhi, ma in tanti pensano che di un tale ‘fine’ il ‘mezzo’ detto yoga possa fare tranquillamente a meno. Opzione evidentemente rischiosa, dal momento, che, se è vero quanto suddetto, separando il ‘mezzo’ dal ‘fine’ a cui esso conduceva lo si separa anche dalla forza e dalla rilevanza che dal ‘fine’ traeva.
Ciò nonostante, sono assai numerose le odierne agenzie di promozione dello yoga che hanno fatto di questo ‘divorzio’ dal ‘fine’ del samādhi la loro mossa vincente, permettendo a ciò che continuano comunque a chiamare yoga di rivolgersi ai più diversi e disparati ‘fini’.
Per questo lo yoga di oggi è un rebus, tanto complicato quanto astruso. Un rebus che assilla sia gli artigiani sia i mercanti sia gli acquirenti dell’odierno ‘mondo dello yoga’. Per il singolo praticante, in particolare, la risoluzione di siffatto rebus risulta assai problematica, tant’è vero che spesso egli si lascia trasportare dai fluttuanti ‘andamenti del mercato’. Un mercato affollato, aggressivo e estremamente competitivo, in cui, da decenni, si producono, commerciano e consumano versioni di uno ‘stesso mezzo’ ma destinate a ogni tipo di ‘fine’: dallo yoga contro le rughe del volto a quello propedeutico alla partita di golf. Per giunta, come accade in ogni mercato, l’odierno commercio dello yoga è anch’esso governato dalla logica della concorrenza, sicché il genuino candore dei prodotti del piccolo artigianato è surclassato e oscurato dalle luminescenti campagne promozionali della grande industria multinazionale.
Questo ciclo di incontri seminariali si propone di affrontare di petto l’intreccio tematico fin qui descritto, avviando un percorso che metta in condizione il destinatario del ‘mezzo’ chiamato yoga di chiarire a sé i contorni e il carattere del ‘fine’ a cui intende seriamente votarsi.
I temi specifici degli incontri:
Domenica 6 Febbraio 2022: Artigiani e mercanti.
Incontro dedicato al confronto tra i ‘fini’ degli antichi ‘eserciziari metodici’ –sempre tratti sia da varie tradizioni indiane sia da quelle della filosofia mediterranea– e quelli oggi promossi dal mercato delle pratiche e dei prodotti per il ‘benessere’; inoltre si confronteranno i ‘mezzi’ degli antichi ‘eserciziari metodici’ e quelli oggi reputati più appetibili sul mercato dell’‘auto-trasformazione’.
Domenica 27 Marzo 2022: Mercati e acquirenti.
Incontro dedicato all’esplorazione della relazione –spesso ambigua, contraddittoria e opaca– tra i praticanti e i ‘fini’ e i ‘mezzi’ delle loro pratiche, nel momento in cui il mercato trasforma i praticanti in acquirenti.
Domenica 8 Maggio 2022: Yoga: Artigiani senza acquirenti.
Incontro dedicato alla presentazione e all’esame delle caratteristiche degli ‘artigiani’ dei ‘fini’ e dei ‘mezzi’ dello yoga (alla ricerca di criteri qualitativi con cui valutare, opportunamente, la portata e il valore delle loro proposte) e alla difficoltà degli artigiani nel trovare ‘acquirenti’ (motivi, dinamiche e implicazioni del problema).
Tra i tre diversi incontri è prevista la costituzione di un focus group online, in cui sarà possibile condividere tra i partecipanti commenti, idee e materiali relativi a quanto presentato: il percorso di questo seminario, infatti, si augura di dar forma a un gruppo di ricerca cooperativa, con l’obiettivo di realizzare una raccolta critica di materiali e casi di studio utili per l’approfondimento degli argomenti trattati e per l’eventuale messa in opera di progetti di contro-comunicazione e di antidoti anti-semplificazione a proposito dello yoga. Sarà cura dell’organizzatrice aggiornare di volta in volta i docenti sulle tematiche emerse durante i focus group, perché possano essere oggetto di confronto con i docenti nell’incontro successivo.
Il corso è riconosciuto da YANI (Yoga-Associazione Nazionale Insegnanti) come Formazione Continua.
I relatori.
Luca Mori, dottore di ricerca in Discipline filosofiche, insegna Storia della Filosofia nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche di Psicologia Clinica e della Salute presso il Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica, dell’Università di Pisa. È stato professore a contratto di Teoria e modelli di comunicazione nel C.d.L.S. in Sistemi e progetti di comunicazione dell’Università di Pisa. Nell’ambito del Master in Yoga Studies dell’Università di Venezia è coordinatore del modulo “Mercato, media, diritti”. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui, specificamente sullo yoga: Nel nome dello yoga. Filosofia, disciplina, stile di vita (con F. Squarcini, Solferino Editore 2019); Filosofia dell’esercizio. Yoga e altre tecniche dell’autotrasformazione (Corriere della Sera 2018, ripubblicato nel 2021 con titolo Yoga e filosofia); Il grattacielo dello yoga. Presente e futuro di un’antropotecnica (Epsylon Edizioni 2016); Yoga tra storia, salute e mercato (con F. Squarcini, Carocci 2008). Tra le altre pubblicazioni recenti: Meraviglie filosofiche. Esperienze e conversazioni fuori dal comune alla scuola dell’infanzia (Edizioni Erickson 2021), Hannah Arendt (RCS MediaGroup 2021), Ipazia (RCS MediaGroup 2021), Saffo (RCS MediaGroup 2020), Sfide filosofiche. Attività per ragazze e ragazzi della scuola secondaria di primo grado (Edizioni Erickson 2020), Paesaggi utopici (Edizioni ETS 2020), Tommaso Moro. La condanna di un utopista (RCS MediaGroup 2019), Gramsci. Prigionia e morte di un antifascista (RCS MediaGroup 2019), Giochi filosofici. Sfide all’ultimo pensiero per bambini coraggiosi (Edizioni Erickson 2018), Orbis pictus. Per una storia della filosofia dell’informazione (Edizioni ETS 2017); Chance. Max Weber e la filosofia politica (Edizioni ETS 2016).
Federico Squarcini, è docente di Religioni e Filosofie dell’India e Lingua e Letteratura Sanscrita all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dopo aver insegnato Indologia e Storia delle Religioni dell’India presso le Università di Firenze, Roma ‘La Sapienza’, Bologna. È Direttore del ‘Master in Yoga Studies’ dell’Università Ca’ Foscari. Conta varie pubblicazioni, fra cui, specificamente sullo yoga, i testi scritti con L. Mori, Yoga. Fra storia, salute e mercato (Carocci, Roma 2008) e Nel nome dello yoga. Filosofia, disciplina, stile di vita ( Solferino Editore 2019); la cura, con G. Pellegrini, della traduzione integrale degli Yogasūtra di Patañjali (Einaudi, Torino 2015, 2019); l’edizione dei due volumi I testi dello yoga. Un’antologia, e Le parole dello yoga. Un glossario (Corriere della Sera, Milano 2021). Tra le altre pubblicazioni: Fascino e disincanto. Una disamina storico-religiosa dei rapporti tra religioni sudasiatiche e modernità (Nuova Cultura 2007); Ex Oriente lux, luxus, luxuria. Storia e sociologia delle tradizioni religiose sudasiatiche in Occidente (Società Editrice Fiorentina 2007); Tradens, Traditum, Recipiens. Studi storici e sociali sull’Istituto della tradizione nell’antichità sudasiatica (Società Editrice Fiorentina, 2007); Forme della norma (Società Editrice Fiorentina, 2012).
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